M.O.D.
“Broken Machinery”
Voto 6,5/10
(Anno 2015 – Autoprodotto)
Italia
Era da tanto tempo che non si alzava sulle nostre pagine la velocità dei bpm, d’altronde l’aggro-tech non ha più da un po’ richiami che vadano oltre il dancefloor cyber, un pubblico che spesso si limita al roteare diodi luminescenti non curandosi di approfondire l’aspetto artistico del genere.
Al contrario di qualche anno fa quando Suicide Commando, Amduscia, Hocico, Psyclon Nine e tutti i plotoni synth d’assalto dell’underground farcivano solchi e dancefloor con la carica mortifera del loro sound.
In questa direzione il nuovo album dei lombardi M.O.D., tre brani e la title-track esposta in original version e quattro remix.
Il sound è nella piena purezza, molto legato ai Decode Feedback nella velocità dancy e poco aggressiva, per non infierire, ancora basata sui ritmi veloci dell’EBM ferale, avvicinando la TBM technoide senza spingersi oltre il buon gusto, una nota di merito, all’EBM harsh servono progetti legati al passato e non alle tendenze techno delle notti cyber odierne.
Maryhell e Vhelena tornano tra le nostre pagine a distanza di un paio di anni dall’album “Le Dios Mechanische”, nessun stravolgimento e va bene così, tutto il nuovo Ep si balla bene, si ascolta anche meglio, bella sorpresa il ritmico incedere veloce e scompostamente lezioso di “Crabby Scary Mind”, sorta di lullaby techno-dance, carica di battiti spediti verso inferni rosa, un glam underground di buona fattura.
Appello ai djs: svecchiate le setlist legate alle ‘coperte di Linus’ del pubblico e proponete nuovi album per non uccidere (che farebbe molto harsh …) un aspetto della dark-music: nel brano originale, nei due inediti, nei remixes di Templezone, First Black Pope, Artcore Machine o Ira-K Organisation, ci sono tutte le frecce e le fiamme per incendiare il dancefloor.
One death every forthy second!
Nicola Tenani
http://www.mod-elektro.tk/
“Broken Machinery”
Voto 6,5/10
(Anno 2015 – Autoprodotto)
Italia
Era da tanto tempo che non si alzava sulle nostre pagine la velocità dei bpm, d’altronde l’aggro-tech non ha più da un po’ richiami che vadano oltre il dancefloor cyber, un pubblico che spesso si limita al roteare diodi luminescenti non curandosi di approfondire l’aspetto artistico del genere.
Al contrario di qualche anno fa quando Suicide Commando, Amduscia, Hocico, Psyclon Nine e tutti i plotoni synth d’assalto dell’underground farcivano solchi e dancefloor con la carica mortifera del loro sound.
In questa direzione il nuovo album dei lombardi M.O.D., tre brani e la title-track esposta in original version e quattro remix.
Il sound è nella piena purezza, molto legato ai Decode Feedback nella velocità dancy e poco aggressiva, per non infierire, ancora basata sui ritmi veloci dell’EBM ferale, avvicinando la TBM technoide senza spingersi oltre il buon gusto, una nota di merito, all’EBM harsh servono progetti legati al passato e non alle tendenze techno delle notti cyber odierne.
Maryhell e Vhelena tornano tra le nostre pagine a distanza di un paio di anni dall’album “Le Dios Mechanische”, nessun stravolgimento e va bene così, tutto il nuovo Ep si balla bene, si ascolta anche meglio, bella sorpresa il ritmico incedere veloce e scompostamente lezioso di “Crabby Scary Mind”, sorta di lullaby techno-dance, carica di battiti spediti verso inferni rosa, un glam underground di buona fattura.
Appello ai djs: svecchiate le setlist legate alle ‘coperte di Linus’ del pubblico e proponete nuovi album per non uccidere (che farebbe molto harsh …) un aspetto della dark-music: nel brano originale, nei due inediti, nei remixes di Templezone, First Black Pope, Artcore Machine o Ira-K Organisation, ci sono tutte le frecce e le fiamme per incendiare il dancefloor.
One death every forthy second!
Nicola Tenani
http://www.mod-elektro.tk/