M.O.D. - “Le Dios Mechanische”
M.O.D.
“Le Dios Mechanische”
(Anno 2013 – Gothic World Records)
Italia
“Le Dios Mechanische”
(Anno 2013 – Gothic World Records)
Italia
Se il combo italiano ha una colpa, è quella di essere nati artisticamente qualche anno dopo l’epopea harsh-EBM, un filone esaurito nelle miniere oscure dell’elettronica malata e d’impatto del cyber-world europeo; qualche anno addietro, non molti, un solo lustro sarebbe bastato, e la musica dei M.O.D. avrebbe avuto maggior evidenza globale e non specificamente rivolta al club feticista, alla serata di nera plastica, o latex.
Oggi, purtroppo, un po’ per l’estrema ripetitività del genere, imploso sulle colonne portanti di se stesso, l’harsh vede un forte declino, rimanendo solamente sulle vette nei grandi progetti, quelli in grado di cercare soluzioni parallele, di non morire nel beat e nel growl vocale: il resto è magma in raffreddamento colpa anche dei fruitori sempre meno interessati all’aspetto non dancy del fenomeno.
Non questa la sede per usare il cilicio (anche se ad una buona fascia di pubblico dell’Electro-Body dancefloor di oggi piacerebbe e non poco) ed incontriamo gli aspetti migliori dei M.O.D. oggi.
Maryhell e Vhelena applicano una buona ricerca sulle macchine cogliendone gli aspetti decisamente più oscuri, ectoplasmatici: ne è prova l’opener “Stonetek”, stregata prima della pioggia di byte che iniziano lentamente nella successiva traccia, title-track del platter, importante nel testo che pone l’accento sulle alienazioni del sistema, poi veloce come una ballata fetida degli Hocico, ricca di sfarzi lineari, battito in tema, voce vocoderizzata nascente nell’ugola di una bambola meccanica del futuro prossimo.
I rimandi ad un ‘hell-world’ di marchio Hocico sono la testimonianza di come i M.O.D. vogliano sì trascinarvi sulla pista senza dimenticare una forma compositiva positiva, “Please, Just Save Us” sprofonda nei gironi più oscuri dell’Inferno cybernetico,
L’album scorre, molte sono le hit dancy, battito crudele e digitale, linee sci-fi: si mettono in evidenza per l’alone nero “A Part Of Nothing”, trattenuta nel suo limbo, “Lustern” (un rasoio nell’oscurità), “Gothic World”, synth lanciati a velocità folle, voce cinicamente perversa da parte di Maryhell, affatto scontata nel non scadere in un clone italico di Unter Null.
Dopo un demo ed un paio di comparse in sampler italiani, supporti sullo stage di Nachtmar o Tying Tiffany (due dei diversi nomi importanti supportati in apertura dal combo), ecco "Le Dios Mechanische” (offerto da Gothic World Records in download gratuito), disco che qualche anno fa avrebbe avuto più gloria ma noi crediamo che le braci dell’harsh ardano ancora sotto le ceneri fashion odierne.
Nicola Tenani
http://www.mod-elektro.tk/
http://gothicworld.bandcamp.com/
Oggi, purtroppo, un po’ per l’estrema ripetitività del genere, imploso sulle colonne portanti di se stesso, l’harsh vede un forte declino, rimanendo solamente sulle vette nei grandi progetti, quelli in grado di cercare soluzioni parallele, di non morire nel beat e nel growl vocale: il resto è magma in raffreddamento colpa anche dei fruitori sempre meno interessati all’aspetto non dancy del fenomeno.
Non questa la sede per usare il cilicio (anche se ad una buona fascia di pubblico dell’Electro-Body dancefloor di oggi piacerebbe e non poco) ed incontriamo gli aspetti migliori dei M.O.D. oggi.
Maryhell e Vhelena applicano una buona ricerca sulle macchine cogliendone gli aspetti decisamente più oscuri, ectoplasmatici: ne è prova l’opener “Stonetek”, stregata prima della pioggia di byte che iniziano lentamente nella successiva traccia, title-track del platter, importante nel testo che pone l’accento sulle alienazioni del sistema, poi veloce come una ballata fetida degli Hocico, ricca di sfarzi lineari, battito in tema, voce vocoderizzata nascente nell’ugola di una bambola meccanica del futuro prossimo.
I rimandi ad un ‘hell-world’ di marchio Hocico sono la testimonianza di come i M.O.D. vogliano sì trascinarvi sulla pista senza dimenticare una forma compositiva positiva, “Please, Just Save Us” sprofonda nei gironi più oscuri dell’Inferno cybernetico,
L’album scorre, molte sono le hit dancy, battito crudele e digitale, linee sci-fi: si mettono in evidenza per l’alone nero “A Part Of Nothing”, trattenuta nel suo limbo, “Lustern” (un rasoio nell’oscurità), “Gothic World”, synth lanciati a velocità folle, voce cinicamente perversa da parte di Maryhell, affatto scontata nel non scadere in un clone italico di Unter Null.
Dopo un demo ed un paio di comparse in sampler italiani, supporti sullo stage di Nachtmar o Tying Tiffany (due dei diversi nomi importanti supportati in apertura dal combo), ecco "Le Dios Mechanische” (offerto da Gothic World Records in download gratuito), disco che qualche anno fa avrebbe avuto più gloria ma noi crediamo che le braci dell’harsh ardano ancora sotto le ceneri fashion odierne.
Nicola Tenani
http://www.mod-elektro.tk/
http://gothicworld.bandcamp.com/